I sette samurai
I sette samurai
Regia di Akira Kurosawa. Un film del 1954 con Toshirô Mifune, Takashi Shimura, Yoshio Inaba, Seiji Miyaguchi, Minoru Chiaki.
Titolo originale: Shichi-nin no Samurai. Genere Drammatico - Giappone, 1954, durata 140 minuti.
I sette samurai (七人の侍 Shichinin no Samurai?) è un film del 1954 montato, co-scritto e diretto da Akira Kurosawa. La pellicola, ambientata nell'Era Sengoku, narra la storia di un villaggio di contadini che, attraverso suoi rappresentanti, assume dei Rōnin per difendersi dai ciclici saccheggi di un gruppo di briganti.
Considerata l'opera magna di Kurosawa, è ancora oggi uno dei film più importanti e citati della storia del cinema. Il film rientra nel ciclo dei drammi storici (jidai-geki), senza tuttavia allontanarsi dal genere dell'intrattenimento.
Indice
Il film, ambientato nel Giappone della fine del XVI secolo (più precisamente nel periodo a cavallo tra il 1587 e l'anno successivo), racconta la storia di un pugno di disperati contadini di un villaggio in cerca di una difesa contro la prossima incursione da parte di un gruppo di predoni affamati. L'anziano del villaggio suggerisce ai contadini di cercare aiuto tra i samurai senza signore (Rōnin). Vengono quindi inviati dei contadini, guidati dal giovane Rikichi e dallo zimbello del villaggio, Yohei, per assoldare i guerrieri.
La ricerca si presenta subito come un'impresa ardua. Nessun guerriero avrebbe offerto aiuto a dei poveri contadini che non avrebbero potuto ricompensare le loro gesta con gloria e denaro. Un giorno però il gruppo assiste all'ultima impresa di Kambei Shimada, un Ronin esperto e astuto. Con la forza della disperazione i contadini lo convincono ad aiutarli.
Kambei ritiene però sia necessario assoldare altri sei samurai per la difesa del villaggio, in quanto l'impresa sarebbe troppo difficile per un solo uomo. Vengono presto assoldati cinque samurai: Shichirōji, vecchio braccio destro di Kambei ritiratosi dopo la loro ultima battaglia; Gorobei, abile arciere e stratega; Kyūzō, silenzioso ma letale guerriero; Heihachi, amico di Gorobei scarso ma simpatico; e infine il giovane aspirante samurai Katsushirō. Nel gruppo prova inoltre a entrare Kikuchiyo, un uomo rozzo che finge di essere un potente guerriero, ma che viene presto smascherato e deriso. Egli, invidioso, deciderà comunque di seguirli.
Arrivati al villaggio, Kambei convince i contadini ad allenarsi per aiutarli a fronteggiare la minaccia dei predoni. Inizialmente difficile, il periodo di convivenza e allenamento fra contadini e samurai diventa presto pacifico: lo stesso Kikuchiyo, inizialmente scontroso, finirà presto per essere accettato nel gruppo e a farsi amare dai contadini. Spiccano in particolare alcuni episodi, come il rapporto autoritario fra Kikuchiyo e il pauroso Yohei, l'amicizia fra Heihaci e Rikichi e la tormentata storia romantica fra Katsushirō e la bella Shino, osteggiati dal padre di lei Manzo che arriva addirittura a costringerla a fingersi inizialmente un uomo.
Pochi giorni prima dello scontro, Kambei ordina di abbandonare le case oltre il fiume, poiché indifendibili: tra queste vi è tuttavia la casa dell'anziano del villaggio, che rifiuta di abbandonare la dimora, costringendo i famigliari a restare con lui. Presto i briganti, venuti a fare un sopralluogo, danno fuoco alle abitazioni, approfittando anche dei loro fucili. Della famiglia dell'anziano sopravvive solo un suo nipote neonato, portato in salvo da Kikuchiyo, che in questo modo rivede le sue tristi origini, quando la famiglia fu uccisa.
Come contrattacco Kikuchiyo, Kyūzō e Heihachi decidono di andare a colpire direttamente il covo dei predoni, facendosi guidare da Rikichi. Arrivati, i guerrieri rubano uno dei fucili, liberano le donne prigioniere e danno fuoco al dormitorio dei banditi. Mentre si preparano alla fuga, Rikichi nota una donna che, dopo avergli sorriso, si butta nelle fiamme. Rikichi si butta a terra piangente: la donna era infatti sua moglie, rapita in precedenza dai predoni. Heihachi lo incita ad andare via, ma in quel momento viene inaspettatamente colpito a morte da un colpo di fucile, sotto gli occhi stupefatti degli amici.
Riportato il corpo al villaggio, il guerriero viene seppellito nella collina destinata ai morti in battaglia, sotto le lacrime dell'intero villaggio, di Rikichi e dei compagni. Improvvisamente Kikuchiyo preso dalla rabbia va nella tenda dei samurai e, presa la bandiera che lo stesso Heihachi aveva creato, la pianta sulla collina giurando vendetta contro i predoni.
Il giorno dopo ha inizio la battaglia: difendendosi strenuamente e combattendo valorosamente, i contadini e i samurai riescono a scacciare i predoni, che si accampano poco oltre il villaggio. La sera, Kambei capisce come sia ormai indispensabile prendere almeno un altro dei fucili, armi troppo potenti. Ad andare è Kyūzō, che grazie alle sue abilità riesce presto a tornare con una delle armi, ricevendo la stima di Kikuchiyo.
Il secondo giorno, Kambei opta per una nuova strategia: un gruppo attaccherà alle spalle i predoni, costringendoli a entrare in gruppi di due nel villaggio, dove saranno trucidati da un secondo gruppo. La strategia riesce, ma a costo di molte perdite, compresa quella di Yohei, morto fra le braccia di Kikuchiyo mentre adempiva al suo dovere, ma soprattutto quella di Gorobei, morto nella ritirata dei predoni. Quella notte, mentre si piangono i morti Kambei confida agli altri che probabilmente il giorno successivo sarà quello decisivo.
Nel piovoso giorno seguente, i contadini e i cinque samurai rimasti riescono presto ad avere la meglio sui predoni. Tuttavia, non viene trovato da nessuna parte il loro capo, possessore dell'ultimo dei fucili. Mentre le cercano nel centro del villaggio, Kyūzō viene ucciso da un colpo di fucile, sparato dalla capanna delle donne. Furente per la morte del valoroso guerriero, Kikuchiyo entra nella capanna, ma viene subito colpito da un altro colpo sparato dal capo dei briganti. Deciso a non mollare, il coraggioso guerriero trafigge a morte il bandito, per poi crollare a terra, morto ma consapevole di aver riscattato una vita iniqua con una morte valorosa.
Nei giorni successivi, il villaggio torna presto alla vita quotidiana, potendo vivere finalmente in pace. I tre superstiti fra i samurai, Kambei, Katsushirō, e Shichirōji, assistono ai festeggiamenti degli abitanti del villaggio con l'animo rattristato per la perdita dei compagni. Dopo un ultimo saluto alle tombe dei quattro, Kambei e Shichirōji decidono di andarsene, non essendo adatti alla vita contadina, mentre Katsushirō rimane nel villaggio con l'amata Shino.
Titolo originale 七人の侍
Shichinin no Samurai
Paese di produzione Giappone
Anno 1954
Durata 207 min (versione originale)
160 min (versione internazionale)
130 min (versione italiana ridotta)
190 min (versione italiana estesa)
Dati tecnici B/N
Genere drammatico, azione, storico
Regia Akira Kurosawa
Soggetto Akira Kurosawa
Sceneggiatura Akira Kurosawa, Shinobu Hashimoto, Hideo Oguni
Fotografia Asakazu Nakai
Montaggio Akira Kurosawa
Musiche Fumio Hayasaka
Scenografia So Matsuyama
Interpreti e personaggi
Takashi Shimura: Kambei Shimada
Toshirō Mifune: Kikuchiyo
Yoshio Inaba: Gorobei Katayama
Seiji Miyaguchi: Kyuzo
Minoru Chiaki: Heihachi Hayashida
Daisuke Katô: Shichiroji
Isao Kimura: Katsushiro Okamoto
Keiko Tsushima: Shino
Yukiko Shimazaki: moglie di Rikichi
Kamatari Fujiwara: Manzo, padre di Shino
Yoshio Kosugi: Mosuke
Bokuzen Hidari: Yohei
Yoshio Tsuchiya: Rikichi
Kokuten Kodo: Gisaku
Eijirô Tono: rapitore
Tatsuya Nakadai appare non accreditato nel ruolo di un samurai (al decimo minuto)
Doppiatori italiani
Versione ridotta
Giorgio Capecchi: Kambei Shimada
Stefano Sibaldi: Kikuchiyo, voce narrante
Carlo Romano: Gorobei Katayama
Emilio Cigoli: Kyuzo
Gualtiero De Angelis: Heihachi Hayashida
Roberto Gicca: Shichiroji
Sergio Tedesco: Katsushiro Okamoto
Flaminia Jandolo: Shino
Lauro Gazzolo: Manzo, padre di Shino
Giovanni Saccenti: Yohei
Mario Corte: Gisaku
Versione estesa (1986)
Mimmo Palmara: Kambei Shimada
Stefano Carraro: Kikuchiyo, voce narrante
Gigi Pirarba: Gorobei Katayama
Luca Ernesto Mellina: Kyuzo
Vittorio Battarra: Heihachi Hayashida
Giancarlo Padoan: Shichiroji
Paola Del Bosco: Shino
Sandro Dori: Manzo, padre di Shino
Nino Scardina: Yohei
Mario Milita: Gisaku
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