2001 Odissea nello spazio
2001: Odissea nello spazio
Regia di Stanley Kubrick. 1968 con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter.
Titolo originale: 2001: A Space Odyssey. Genere Fantascienza - USA, Gran Bretagna, 1968, durata 140 minuti.
Il film di Kubrick è considerato unanimemente un capolavoro della storia del cinema e costituisce una svolta epocale per il cinema.
Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto.
Alle origini dell'uomo, quando le scimmie erano ancora scimmie, un misterioso monolito compare sulla Terra. La sua presenza attiva l'intelligenza dei primati che comprendono l'uso delle ossa degli animali uccisi quali prolungamenti delle loro braccia. 2001. Sulla Luna, in prossimità del cratere Tyco, è stato trovato un monolito la cui esistenza viene tenuta sotto il massimo segreto. Il monolito improvvisamente lancia un segnale indirizzato verso il pianeta Giove. Diciotto mesi dopo l'astronave Discovery si dirige verso il pianeta. A bordo si trovano due astronauti, Frank e David, tre ricercatori ibernati e il computer della nuova generazione, HAL 9000, in grado di controllare il funzionameto di tutta l'astronave, nonché di dialogare con gli astronauti. L'infallibile computer segnala un guasto in uno degli elementi esterni dell'astronave ma il pezzo, sottoposto a numerosi test, risulta essere in ottime condizioni di funzionamento. I due astronauti debbono arrendersi al fatto che HAL ha sbagliato e decidono di disattivarlo. Hal fa allora in modo che il pezzo venga rimesso al suo posto e trancia il tubo dell'ossigeno di Frank. Quando David, uscito per recuperare il cadavere del compagno, tenta di rientrare il computer glielo impedisce. L'astronauta distrugge la memoria del computer, apprende il vero scopo della missione (raggiungere Giove per scoprire il mistero del monolito) e arriva sul pianeta su cui morirà per rinascere a nuova vita. Capolavoro in assoluto, non della storia del cinema di fantascienza ma di quella del cinema tout court, 2001rappresenta una delle riflessioni più articolate giunte sul grande schermo sul rapporto civiltà/tecnologia nonché sul destino dell'umanità. Kubrick, che ha sempre amato poco l'ipertecnicismo (pur avvalendosene sempre e ai massimi livelli sul piano delle sue produzioni), riesce a sviluppare il suo discorso a partire da un romanzo di Arthur C. Clarke. Ciò che nel testo letterario è precisa descrizione, nel film diventa suggestione. A partire dalla scelta di una colonna sonora che ha fatto epoca, con le note del Danubio blu ad accompagnare il volo delle astronavi. L'abbiamo ritrovata in mille versioni pubblicitarie o di accompagnamento a servizi televisivi, ma qui aveva una precisa funzione: commentare le immagini di un futuro ipertecnologico mediante la musica composta nel periodo in cui la temperie culturale era permeata della convinzione della bontà assoluta della Scienza e delle sorti progressive dell'umanità guidata dalla sua Luce. Il protagonista del film è un non-attore, è HAL 9000 o, meglio, il suo occhio e la sua voce. Gli umani sono a sua disposizione mentre lui sembra al loro servizio. Ma non si tratta della solita macchina "cattiva". L'uomo di Kubrick (come in Il Dottor Stranamore e, successivamente, in Arancia meccanica) si prepara da solo la propria distruzione. HAL non impazzisce, HAL, molto più drammaticamente, va in crisi perché il suo sistema binario SÌ-NO, viene stravolto dalla presenza di un segreto da conservare, di una menzogna da dire. Lo scopo della missione non va rivelato e il computer non può resistere a questa intrusione dell'umana doppiezza nei suoi delicati apparati. Quando David lo disattiva progressivamente, HAL (che ha ucciso quattro uomini) ritorna allo stadio infantile, preludio al percorso che l'astronauta dovrà fare procedendo fino alla propria morte per poi risorgere come feto delle stelle, in gestazione per una nuova umanità. Riascoltare il respiro profondo dell'astronave a contrasto con il silenzio del nero dello spazio, in cui la morte muta, trova una sua ancor più tragica contestualizzazione; riaffrontare quell'occhio che scava (come quello della macchina da presa) all'interno di milioni di anni di storia, consente di comprendere come questo film come molti altri (ma più di molti altri) fosse un'opera completa in se stessa e non necessitasse di un proseguimento.
Titolo originale 2001: A Space Odyssey
Paese di produzione Stati Uniti d'America, Gran Bretagna
Anno 1968
Durata 149 min[1]
160 min (première cut)[1]
Rapporto 2,20:1[2]
2,35:1[2]
Genere fantascienza
Regia Stanley Kubrick
Soggetto Arthur Clarke
Sceneggiatura Stanley Kubrick, Arthur Clarke
Produttore Stanley Kubrick
Casa di produzione MGM
Distribuzione (Italia) Warner Bros
Fotografia John Alcott, Geoffrey Unsworth
Montaggio Ray Lovejoy
Effetti speciali Douglas Trumbull, Stanley Kubrick
Musiche La colonna sonora, rimasta una delle più famose nella storia del cinema, è composta da celebri brani di musica classica di autori classici e contemporanei, tra cui:
Johann Strauss jr:
Sul bel Danubio blu (An der schönen, blauen Donau)
Richard Strauss:
Così parlò Zarathustra (Also sprach Zarathustra)
György Ligeti:
Atmosfere (Atmospheres),
Luce eterna (Lux Aeterna)
Avventure (Adventures)
Kyrie dal Requiem
Aram Kachaturian:
Gayane, suite dal balletto
Il tema principale, Così parlò Zarathustra, sottolinea i punti di svolta della storia, come il momento in cui Guarda-la-Luna inizia a mettere a frutto gli insegnamenti del Monolito, impugnando un osso e comprendendo di avere tra le mani un'arma per procurarsi da mangiare e per sopraffare i nemici, oppure quando David Bowman, sempre per mezzo del Monolito, si trasfigura in un essere nuovo, il Bambino delle Stelle. La scelta di questo brano probabilmente non è casuale, in quanto il poema sinfonico di Richard Strauss è ispirato all'omonima opera di Friedrich Nietzsche, nella quale si narra la discesa del profeta Zarathustra tra gli uomini per insegnare loro a divenire esseri liberi dai propri limiti (il concetto nietzschano di Oltreuomo). È quindi probabile che Kubrick e Clarke abbiano voluto evocare un'analogia tra Zarathustra e il monolito, e tra l'Oltreuomo e il Bambino delle Stelle.
Scenografia Ernie Archer, Harry Lange, Tony Master
Trucco Stuart Freeborn
Interpreti e personaggi
Keir Dullea: David Bowman
Gary Lockwood: Frank Poole
William Sylvester: Heywood R. Floyd
Daniel Richter: Guarda-la-Luna
Leonard Rossiter: Andrei Smyslov
Margaret Tyzack: Elena
Robert Beatty: Ralph Halvorsen
Sean Sullivan: Bill Michaels
Doppiatori originali
Douglas Rain: HAL 9000
Doppiatori italiani
Gianni Marzocchi: David Bowman
Cesare Barbetti: Frank Poole
Mario Feliciani: Heywood R. Floyd
Aldo Giuffré: dottor Andrei Smylsov
Benita Martini: Elena
Stefano Sibaldi: Bill Michael
Gianfranco Bellini: HAL 9000
Corrado Gaipa: padre di Frank Poole
Romano Malaspina: Annunciatore BBC-12
Pino Colizzi: Signor Miller
Melina Martello: Voce del pannello nella prima astronave
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