Il Vangelo secondo Matteo
Il Vangelo secondo Matteo
Regia di Pier Paolo Pasolini con Enrique Irazoqui, Margherita Caruso, Susanna Pasolini, Marcello Morante, Mario Socrate. Genere Religioso - Italia, 1964, durata 142 minuti.
« Il miglior film su Cristo, per me, è Il Vangelo secondo Matteo, di Pasolini. Quando ero giovane, volevo fare una versione contemporanea della storia di Cristo ambientata nelle case popolari e per le strade del centro di New York. Ma quando ho visto il film di Pasolini, ho capito che quel film era già stato fatto. »
(Martin Scorsese, intervista a La Civiltà Cattolica, quaderno 3996, 24 dicembre 2016.)
Il film è una fedele riproposizione del Vangelo secondo Matteo dal momento dell'Annunciazione alla Resurrezione di Gesù. Le tappe della vita di Gesù Cristo sono ripercorse senza variazioni nella storia, né cambiamenti anche testuali rispetto alla versione di san Matteo. Il Vangelo di Pasolini non intendeva mettere in discussione dogmatismi o miti, quanto far emergere l'idea della morte, uno dei temi fondamentali della sua poetica. Come negli altri film il regista si affida a un linguaggio sonoro ricercato per didascalizzare alcune delle vicende più significative del film. Ecco dunque la Passione secondo Matteo di Bach e soprattutto La musica funebre massonica di Mozart - che accompagna tutta la passione di Gesù - a suggellare la propria immagine della morte: un evento necessario, per niente eroico e soprattutto ineluttabile. Il Vangelo, come quello di Matteo, disegna una figura di Cristo più umana che divina, un uomo con moltissimi tratti di dolcezza e mitezza, che però reagisce con rabbia all'ipocrisia e alla falsità. Si tratta di un Cristo motivato dalla volontà di redenzione per coloro che subiscono le conseguenze della istituzionalizzazione della religione operata dai farisei che ne hanno fatto uno strumento di dominio politico e sociale. È un Cristo rivoluzionario che è venuto a portare la spada piuttosto che la pace. Il film fu apprezzato dai cattolici: l' Osservatore romano scrisse che si trattava di un film "fedele al racconto non all'ispirazione del Vangelo". l'Unità si espresse in questi termini: "...il nostro cineasta ha soltanto composto il più bel film su Cristo che sia stato fatto finora, e probabilmente il più sincero che egli potesse concepire.
Il regista utilizza attori non professionisti e comparse scelte tra la locale popolazione contadina. Molti gli amici del regista che parteciparono alle riprese e, tra questi, alcuni intellettuali di fama come Natalia Ginzburg, Alfonso Gatto ed Enzo Siciliano, oltre al solito Ninetto Davoli. Scelta particolare fu quella della madre Susanna per interpretare la Madonna anziana.
La figura di Cristo fu affidata al catalano Enrique Irazoqui allora sindacalista diciannovenne, in Italia per cercare appoggi alla lotta contro il regime franchista. Venne doppiato da Enrico Maria Salerno.
Il film fu girato in diverse località italiane, ma senza seguire una traccia geografica precisa. L'idea iniziale era di ambientarlo negli stessi luoghi di Israele dove realmente si erano svolte le vicende narrate, ma presto essa si rivelò poco praticabile, anche per via dei mutamenti subiti dal paesaggio nel corso dei secoli.
Il cortile interno del Castello di Gioia del Colle, location per la danza di Salomè.
Di qui la decisione di girarlo nell'Italia centro-meridionale: prevalentemente nella città di Matera [3] in cui ritrovava la Gerusalemme che fu ed in particolare negli ambienti rupestri di varie regioni:
in Basilicata: a Barile, Lagopesole (la scena del sinedrio è girata nel cortile interno del Castello di Lagopesole) e nei Sassi di Matera (trasformati in Gerusalemme);
in Calabria: a Cutro e Le Castella;
in Lazio: a Chia (frazione di Soriano nel Cimino, Viterbo);
in Puglia: a Ginosa nella Gravina, Massafra (trasformata in alcuni luoghi della Palestina), Manduria, Castel del Monte (la cacciata dal tempio, con i sacerdoti che assistono agli eventi), Gioia del Colle (in quest'ultima località il regista girò l'episodio di Erode e Salomè, ambientato nel castello, con la danza di Salomè che si svolge nell'ala nord della corte del castello stesso), Santeramo in Colle (l'annunciazione, parte del discorso delle beatitudini, l'avvicinamento a Gerusalemme);
in Sicilia: valle dell'Etna (tentazioni nel deserto).
Paese di produzione Italia, Francia
Anno 1964
Durata 137 min
Dati tecnici B/N
rapporto: 1,66 : 1
Genere drammatico, storico, religioso
Regia Pier Paolo Pasolini
Soggetto Pier Paolo Pasolini
Sceneggiatura Pier Paolo Pasolini
Produttore Alfredo Bini
Casa di produzione Arco Film (Roma) / Lux Compagnie Cinématographique de France (Parigi)
Distribuzione (Italia) Titanus Distribuzione S.p.A.
Fotografia Tonino Delli Colli
Montaggio Nino Baragli
Effetti speciali S.P.E.S.
Musiche Luis Enriquez Bacalov; estratti da Johann Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus Mozart, Sergej Prokofiev, Anton Webern e canti gospel
Scenografia Luigi Scaccianoce, Dante Ferretti
Costumi Danilo Donati
Trucco Marcello Ceccarelli
Lamberto Marini
Mimma Pomilia
Interpreti e personaggi
Enrique Irazoqui: Cristo
Margherita Caruso: Maria da giovane
Susanna Pasolini: Maria anziana
Marcello Morante: Giuseppe
Mario Socrate: Giovanni Battista
Settimio Di Porto: Pietro
Otello Sestili: Giuda
Ferruccio Nuzzo: Matteo
Giacomo Morante: Giovanni Apostolo
Giorgio Agamben: Filippo
Luigi Barbini: Giacomo di Zebedeo
Amerigo Bevilacqua: Erode il Grande
Francesco Leonetti: Erode II
Eliseo Boschi: Giuseppe di Arimatea
Ninetto Davoli: un pastore
Natalia Ginzburg: Maria di Betania
Enzo Siciliano: Simone
Alessandro Tasca[1]: Ponzio Pilato
Paola Tedesco: Salomè
Rosario Migale: Tommaso Apostolo
Rodolfo Wilcock: Caifa
Rossana Di Rocco: angelo del Signore
Renato Terra: un fariseo
Franca Cupane: Erodiade
Alfonso Gatto: Andrea
Guido Cerretani: Bartolomeo
Marcello Galdini: Giacomo di Alfeo
Elio Spaziani: Taddeo
Doppiatori originali
Enrico Maria Salerno: Cristo
Gianni Bonagura: Giuseppe
Pino Locchi: Giovanni Battista
Sergio Graziani: Pietro
Cesare Barbetti: apostolo
Emanuela Rossi: angelo
Premi
Leone d'Argento - Gran Premio della giuria alla XXIV Mostra di Venezia
Premio OCIC (Office Catholique International du Cinéma)
3 Nastri d'Argento:
Miglior regista
Migliore fotografia
Migliori costumi
3 Nomination agli Oscar 1967:
Migliore scenografia
Migliori costumi
Migliore colonna sonora
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Commenti
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Deprimente per un paese di quasi 20.000 abitanti.